Lucia Guglielminetti's books on Goodreads
Sette giorni per i lupi Sette giorni per i lupi (RVH, #2)
reviews: 1
ratings: 1 (avg rating 5.00)

Ascesa alle Tenebre Ascesa alle Tenebre (RVH, #1)
reviews: 2
ratings: 2 (avg rating 4.50)

 

 

-17-

 

 


'Vieni da me, piccolo, dobbiamo fare presto. Mi senti, Raistan?'

La sentiva, ma si bloccò in mezzo al corridoio che stava percorrendo guardingo con Eric e portò le mani alle testa, artigliandosi i capelli.

'Oh no... no... no...'

“Che ti prende, Olandese? Che stai facendo?” gli sibilò Eric prendendolo per un braccio e tentando di trascinarlo in avanti, scrutando con preoccupazione il suo viso, in cui gli occhi sgranati testimoniavano sgomento e orrore. Raistan si divincolò con un ringhio, continuando a scrollare la testa.

“Cos’è successo? Cos’hai sentito? Parla, per tutti gli dei del Valhalla!”

'Shibeen... Shibeen è qui...'

“Beh, bene, ci farà comodo un altro vampiro millenario in piena forma! Fatti dire dove sono!”

'No, no, tu non capisci... prenderà anche lei... la ucciderà...'

'Raistan, dove sei? Perchè non mi rispondi?'

Non lo permetteremo, abbiamo trovato il modo di ucciderla, e lei ci aiuterà, muoviti!”

'Vaffanculo, Northman, sapevo che non sarei dovuto venire, è tutta colpa tua, vaffanculo!'


Raistan aggredì Eric e lo scaraventò contro la parete, cogliendolo del tutto impreparato, e gli sferrò un pugno al viso prima che quello avesse il tempo di reagire. Squarciargli la gola con i denti, avrebbe voluto, ma la sua maledetta bocca non glielo permetteva, e fu su di essa che passò a riversare la sua rabbia, prima tentando di separare le labbra artigliandosele con le unghie, poi fissando con occhi spiritati il coltello e appoggiandoselo di taglio sul punto in cui avrebbe dovuto esserci l'apertura e incominciando a premere, facendone sgorgare il sangue ed emettendo lamenti gutturali dalla gola sotto lo sguardo allibito di Eric, che si stava tamponando il naso sanguinante con il dorso della mano.

 

“Che cazzo stai facendo, smettila, sei impazzito? Raistan! Non è il momento di dare i numeri!”

Il vichingo gli strappò il coltello di mano e gli diede una spinta che gli fece quasi perdere l'equilibrio, ottenendo in cambio un nuovo ringhio feroce e uno sguardo di puro odio.

“Se non vuoi che l'arrivo della tua Creatrice sia inutile, mantieni il controllo. Anche io ho qui persone che amo che stanno rischiando la vita, ma se non fermeremo quella bastarda saremo tutti fottuti, umani e vampiri, lo vuoi capire? Quindi, fammi il favore, Van Hoeck, non rompermi le palle e rispondi a Shibeen, subito, o giuro che ti spezzo tutte le ossa e ti lascio qui a marcire per tutta l'eternità. Sono stato chiaro?”

Con il viso tutto chiazzato di sangue e un'espressione mortifera negli occhi, Raistan lanciò un ultimo sguardo al vichingo.

'Se lei muore, prima di raggiungerla ucciderò te, la tua progenie, la tua fottuta cameriera e le due puttane che mi hai accollato mentre tu eri in giro a fare l'eroe, sono stato chiaro?'

“Se lei muore, Olandese, significa che le cose sono andate talmente male che non ce ne sarà bisogno. Per favore, chiedi a Shibeen dove sono in questo momento e che cosa vuole che facciamo” rispose Eric con aria stanca.

'Shibeen, ti sento. Qual è il piano?'

'Ascolta con molta attenzione.'

 

-

 

Sookie tese il braccio e chiuse gli occhi. Trasalì quando la lama del coltello incise la sua pelle, facendone sgorgare una modesta quantità di sangue che Shibeen raccolse svelta in una ciotola. Subito dopo l’antica vampira ripeté l’operazione sul proprio braccio; fece poi oscillare la ciotola un paio di volte perché il sangue della ragazza si mescolasse bene al suo. Sangue di vampiro, sangue di umano… meglio: sangue di umano e fata. Se avessero avuto anche il sangue di un lycan o di un mutaforma sarebbe stato perfetto, maledizione. Avrebbero dovuto farsi bastare quello che avevano e incrociare le dita.

“E’ una follia… non funzionerà mai” mormorò Sookie. In fondo al corridoio Tara, impegnata a fare il palo in caso Billith sopraggiungesse prima del previsto, lanciò un’occhiata nervosa alle due donne impegnate nella preparazione del rituale.

“E’ la nostra unica chance.” Shibeen si inginocchiò accanto all’antico manoscritto aperto a metà e ne distese le pagine per osservare bene il simbolo che avrebbe dovuto riprodurre con il sangue sul pavimento. Un pentacolo inscritto in un secondo pentacolo più grande; ciascuno dei settori delimitati dalle due stelle a cinque punte conteneva un’iscrizione in una lingua arcaica. Il sigillo di Balthioul, spiegava un appunto scritto a mano nella riconoscibile calligrafia di Vincent.

“Funzionerà a intrappolarlo quel tanto che basta per permetterci di farlo a pezzi. Il mio creatore non avrebbe sprecato tempo a studiare questo vecchio tomo se avesse ritenuto che fossero tutte fandonie. Raistan ed Eric saranno qui a momenti… Devi fidarti, bambina.”

“Billith non sarà tanto stupido da entrare di proposito in una trappola demoniaca piazzata in bella mostra” gemette Sookie, premendo con forza il palmo della mano sull’incisione sanguinante. “Se la vede per terra, capirà cosa stiamo per fare e sarà la fine… non avremo altre possibilità.”

Shibeen poggiò la ciotola sul pavimento con stizza.

“Senti, ragazzina. Mi sono fatta millecinquecento chilometri a rotta di collo per arrivare fin qui in tempo con questo dannato libro. Sono stata persino costretta ad accettare un passaggio da un autobus di musicisti di polka perché non c’erano voli né treni disponibili per arrivare in questa zona a causa della tormenta di neve. Musicisti di polka, capisci?! Mi è quasi dispiaciuto quando ho dovuto dissanguare un paio di loro per rifocillarmi. Non ho fatto tutto questo per sentirmi dire da una gallinella saccente che il piano non funzionerà, quindi…”


“Il soffitto.”

“Cosa?”

“Il… soffitto” - ripeté Sookie, avanzando di un passo. Il taglio faceva un male cane, ma secondo Shibeen l’odore del suo sangue fatato avrebbe attirato Billith nel punto giusto. “Non puoi disegnare il simbolo sul pavimento, sarebbe la prima cosa che noterebbe. Disegnalo sul soffitto.”

Shibeen sgranò gli occhi e sollevò il mento verso l’alto.

“Che mi venga un colpo” borbottò, poi spiccò un balzo e si aggrappò a uno dei tubi di metallo arrugginito che attraversavano trasversalmente il corridoio. “Dì alla tua amica di venire qui ad aiutarmi. Dobbiamo fare presto.”

 

-

 

‘Rimanete nascosti, Raistan. Appena Lilith sarà entrata nell’area del pentacolo, attaccheremo tutti assieme. Non un secondo prima, non un secondo dopo.’

Raistan annuì mentalmente a Shibeen e rivolse un cenno d’intesa a Eric. La sete stava diventando intollerabile, al punto che più di una volta non era riuscito a resistere e si era squarciato l’interno della guancia con i denti, pur di sentire in bocca il sapore rinfrescante del sangue. Si schiacciarono entrambi contro la parete alle loro spalle e rimasero in assoluta immobilità ad attendere l’arrivo del mostro. Shibeen e Tara si erano appostate nell’angolo opposto; Sookie era rannicchiata per terra all’estremità cieca del cunicolo, proprio in corrispondenza del centro del complicato disegno che Shibeen aveva faticosamente tracciato con il sangue sul soffitto.

Non dovettero aspettare a lungo.

Preceduto da un sinistro crepitare di mormorii spettrali, il volto deformato di Bill Compton fece lentamente capolino all’estremità più lontana del corridoio. Avanzò, e fu visibile anche il resto del corpo, ormai in tutto e per tutto simile a quello di un ragno gigante. Le zampe picchiettarono sul pavimento mentre l’essere avanzava, con un ghigno grottesco stampato sul volto. Sookie trasalì. Per un istante le sfrecciò in testa l’immagine di cosa sarebbe potuto accadere se il piano avesse fallito. Si morse il labbro e strinse le ginocchia più che possibile contro il petto, circondandole con le braccia, cedendo all’istintivo bisogno di offrire meno appigli possibile all’oscuro predatore che si stava avvicinando sempre di più a lei.

 

Billith arrivò a poche decine di centimetri dall’area del sigillo e si fermò, pregustando la cattura della preziosa preda. Fu in quel momento che una goccia di sangue, dapprima leggera e silenziosa, si staccò dal pentacolo tracciato sul soffitto e cadde come una freccia sul pavimento, infrangendosi in mille frammenti rossi proprio sotto gli occhi di Billith.

‘Merda’, pensò Sookie; il suo cuore fece un tonfo.

‘Merda!’ pensò Eric, pronto a scattare per frapporsi fra lei e il mostro.

‘Siamo… fottuti’, gridò Raistan dentro di sé, portando istintivamente la mano al coltello.

‘Aspettate!!’ – Il messaggio mentale di Shibeen arrivò appena in tempo; Raistan bloccò con una manata Eric respingendolo sulla sua postazione.

Passarono circa cinque secondi. Cinque secondi in cui Sookie rivolse mentalmente un’ultima preghiera al suo Dio, supplicandolo di risparmiare almeno la vita dei suoi amici; cinque secondi in cui quattro paia di occhi di vampiro rimasero puntate come laser sulla sagoma del mostruoso ragno… Che infine gongolò di soddisfazione e animalesca esultanza e avanzò, oltrepassando idealmente le linee tracciate dal sigillo sul soffitto.

Sookie balzò in piedi, il volto infiammato da un’espressione di feroce trionfo.

“Preso, figlio di puttana!” sibilò, trattenendo a stento una risata isterica. Billith si immobilizzò; il suo volto ancora vagamente umano tradiva confusione e terrore mentre si rendeva conto – troppo tardi -che tutto intorno a lui si era materializzata un’invisibile bolla di energia, che gli impediva di fuggire e gli succhiava rapidamente tutte le forze.

Un attimo dopo i quattro vampiri erano piombati contemporaneamente su di lui. Sookie corse al riparo, perché il sangue sarebbe sgorgato a fiumi e nessuno voleva trovarla sulla traiettoria delle proprie lame.

 

“Non oserete! Voi non siete niente, niente! State lontani e inginocchiatevi, e forse vi risparmierò la vita! E poi le vostre ridicole armi sono inutili, con noi, non l'avete ancora capito, sudici vermi?” stridette la creatura, quando capì che le cose si stavano mettendo davvero male. Con la testa ridicolmente piccola rispetto al corpo mostruoso, cercava di tenere d'occhio contemporaneamente tutti i suoi avversari, che la accerchiavano ma non sembravano avere una particolare fretta di attaccarla, e per farlo girava su se stessa, facendo ticchettare le zampe pelose sul terreno polveroso. Un sentimento che le era del tutto estraneo si fece strada in lei: la paura, unita all'incredulità. Non era possibile che quel branco di idioti avesse la meglio su di lei, che esisteva sin da quando il tempo era stato creato! Era un affronto, un abominio, una bestemmia, lei era una dea, ogni cosa esisteva per servirla, non...

“Vogliamo scommettere, troia?” sibilò Eric, avvicinandosi minaccioso, con un lungo paio di forbici in mano, preparandosi a sferrare il primo colpo, quello che avrebbe dato inizio al massacro. I tre vampiri al suo fianco aspettavano soltanto il suo segnale, ringhiando e stringendo la loro arma.


Il primo affondo colpì la creatura al ventre, aprendo uno squarcio da cui il sangue prese a colare copioso, spargendosi sul pavimento lurido del corridoio. Nella luce flebile che lo illuminava apparve nero, e un odore nauseabondo si sparse nell'aria. Billith reagì con un verso che assomigliava all'urlo feroce di mille voci dissonanti e tentò di slanciarsi contro la barriera invisibile, ma ritirò subito le zampe, come se si fosse ustionata.

Fu allora, tuttavia, che successe qualcosa.

 

Sookie vide Raistan trasalire e poi indietreggiare, con un'espressione agghiacciata sul volto esangue, scrollando la testa. Lo stesso fece Tara subito dopo, gettando lontano la propria arma, mentre Shibeen ed Eric non si mossero, se non per iniziare a tremare. Apparivano esitanti, come se in loro si fosse scatenata una battaglia interiore dagli esiti incerti.

“Che cosa fate?! Uccidetela, che cosa state aspettando?” urlò lei, senza sapere quello che stava accadendo nella mente dei suoi compagni.

Dare e avere.

Sentendo le forze che venivano meno, la creatura traeva quello che poteva dai nemici, sublimando la propria natura di vampiro e assorbendo da loro ricordi e sensazioni, per trasformarli in vere e proprie immagini. Facce, voci, dal passato e dal presente.

Un viso di bambina per Raistan, con vivaci occhi azzurri e treccine bionde. Dolore, in quegli occhi, sangue sui suoi indumenti leggeri, e una supplica che gli vibrava nel cervello donandogli disperazione;

 

 


[Non lasciare che mi facciano ancora male, Ray... per favore... spezza il cerchio, salvami...]

 


 

Il volto stesso di Raistan per Shibeen, devastato dalla sofferenza. Il suo corpo piegato su se stesso, massacrato in innumerevoli ferite, e lui che tendeva le mani verso di lei e la implorava di salvarlo;

 


 

[Uccidi gli altri, mi vogliono abbandonare, non permetterlo, ti prego, non permetterlo...]

 

 


 

Pam per Eric, quasi prosciugata a morte dai tentacoli che Billith aveva usato per imprigionarla e che ora sanguinava dalla ferita al ventre che lui stesso le aveva inferto;

Tara... la verità era che nessuno aveva mai avuto il suo amore incondizionato, quindi le sue visioni erano caotiche e confuse, perché Billith non riusciva a isolare un viso su cui fare leva. Un momento era sua madre, quello dopo era la nonna di Sookie, quello successivo ancora era Jason, il cui volto si fondeva, un istante dopo, in quello di Sookie e di Pam che le aveva donato la sua nuova vita. Tara portò le mani alla testa e incominciò a piangere in silenzio.


Il tempo sembrava essersi fermato e Sookie guardava incredula i suoi compagni, ognuno perso nella propria versione personale di orrore e imprigionato in un terribile stallo mentale. I subdoli miraggi di Billith li tenevano sotto scacco, perché ogni colpo inferto a Billith si trasformava in un colpo inferto alla persona amata. Una parte di loro sapeva di dover agire, ma l'altra, quella più emotiva e profonda, glielo impediva, sfociando in manifestazioni fisiche che rischiavano di diventare autodistruttive, se non peggio. Non stavano più guardando la creatura nel cerchio magico: si fissavano a vicenda con odio, ringhiando, il corpo sempre più teso, come sul punto di attaccare. Fu questa la cosa che più spaventò Sookie e che la spinse definitivamente ad agire.

“Ohhh, per tutti i diavoli!” esclamò, poi raccolse il bisturi che Tara aveva lasciato cadere e si mosse decisa verso Billith, piantandole lo strumento affilato nell'occhio. “Smettila di incasinare la testa dei miei amici, stronza! Non è leale!”

Quattro vampiri inferociti balzarono addosso a Sookie, decisi a farla a pezzi, ma la creatura aveva perso la concentrazione e l'incanto si spezzò, sollevando il velo oscuro calato sulla realtà.

'Cazzo!' pensò Raistan, risollevandosi con precipitazione.

“Già, cazzo. L'ora è giunta, vampiri. Spargete tutto il sangue che potete!” disse Eric, poi si slanciò verso la creatura e iniziò a colpirla, subito imitato dai compagni, urlando di rabbia e di sollievo.

Il sangue scorse a fiumi, poi scese il silenzio.

 

 


Eric ansimò. Qualcosa che non gli veniva spontaneo fare da molto, molto tempo. Ansimò e si deterse con il dorso della mano la fronte imbrattata del sangue venefico della creatura, che giaceva ridotta in pezzi ai suoi piedi. Gli altri rilassarono i muscoli per la prima volta da ore. Sookie scoppiò in lacrime.

“Ehi” le si rivolse Eric. “Va tutto bene? E’ finita, Sookie. E’… finita davvero.”

“Lo so… dovremmo fargli un… un funerale, non trovate? Voglio dire… a Bill, non a Lilith, perché in fondo… Io non voglio che…” Di colpo, i singhiozzi della ragazza si tramutarono in una risata rauca. Tara fece spallucce. Gli altri vampiri fissarono Sookie attoniti, per poi scambiarsi tra loro occhiate interrogative. Eric la circondò con un braccio e la strinse contro il suo petto.

“Sookie, so che per te non è facile, ma…”

“Col cavolo che non è facile! Finalmente sono libera!!” strillò lei e poi ricominciò a piangere. E a ridere. “Oddio, mi dispiace tanto… mi dispiace, Bill, mi…” - Altre risate frammiste a singhiozzi.

“Wow, per fortuna siamo in un manicomio, sento che potrebbe tornarci utile una camicia di forza”, commentò Shibeen e rivolse la sua attenzione a Raistan. “Piccolo, non temere. Sistemeremo la tua bocca, ma… mmmpfff… ah… ahhahahahahahah!”

Raistan la squadrò con aria mortificata. Avrebbe tanto voluto insultare la sua creatrice pubblicamente, ma non poteva. ‘Va’ a farti fottere, Shee!’, pensò, mentre la osservava sbellicarsi fin quasi a lacrimare.

“Tesoro, non prendertela… è che… è che sei così buffo con quella bocca da bambolotto di plastica! Aspetta, prendo lo smartphone…” aggiunse, frugandosi nelle tasche del giubbotto di pelle. “Una foto, ti devo fare una foto!” E scoppiò in un’altra sonora risata.


Tara incrociò le braccia. Possibile che fosse l’unica a non trovarci nulla di divertente, in tutta quella fottuta situazione? Possibile che fosse l’unica a voler recuperare immediatamente Jessica e Pam e a darsela a gambe da quel posto orribile per non tornarci mai più? Bianchi, pensò con un velo di disprezzo e roteò gli occhi. Fu solo allora che si accorse della crepa nel soffitto, una crepa che, simile a una vipera silenziosa, si allungava sempre di più fino a lambire il cerchio esterno del sigillo.

Mentre una sensazione di panico le si diffondeva nelle viscere, rivolse lo sguardo alla testa della creatura. Era divelta dal corpo, ma… ma… c’era ancora una scintilla nei suoi occhi vitrei. Non era ancora… non era ancora crepata.

E stava cercando di spezzare il sigillo!


Con uno scatto fulmineo, Tara strattonò la spalla di Shibeen, che si voltò e non appena scorse l’espressione terrorizzata della vampira più giovane smise di ridere come se qualcuno avesse premuto un interruttore. Le ci volle solo una frazione di secondo per seguire lo sguardo di Tara e localizzare la crepa.

“Non è finita!” urlò. “Non è finita!”

Tre teste si voltarono di scatto a guardarla, esterrefatte.

“Cosa?!” ruggì Eric. “Shibeen, ci avevi giurato che…”

“Lo so, cazzo, lo so! Non capisco, abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare, il sigillo, farlo a pezzi, io non…”

“Il sangue” mormorò Sookie. “Non lo abbiamo ancora separato dal suo sangue. Non letteralmente.”

I quattro vampiri guardarono ai loro piedi. Il sangue di Billith ribolliva, come un brodo infernale, tra i pezzi sparsi della creatura che… apparivano improvvisamente più ravvicinati di quanto non fossero appena due minuti prima. Possibile?

‘Cazzo, sì che è possibile!’ esclamò mentalmente Raistan.


“Presto, dobbiamo muoverci! Spostiamo il corpo il più possibile lontano dal sangue!” fece Shibeen, gettandosi a terra. Tentò di afferrare uno dei pezzi del corpo di Billith, ma, per quanto provasse, sembrava inchiodato al pavimento. Raistan la imitò, ottenendo lo stesso risultato. “E’ il sangue che dobbiamo portare via! Il sangue, non il corpo!” urlò Eric dopo aver gettato un rapido sguardo alla pagina del manoscritto su cui era disegnato il sigillo. Shibeen si tuffò allora, affannosamente, a spostare con le mani il lago di sangue. Il liquido nero continuava a colarle via dalle dita; lanciò un grido furioso e provò ancora e ancora, sotto lo sguardo attonito di Eric e Raistan, mentre Tara osservava la crepa approfondirsi. Il cerchio esterno del doppio pentacolo si era già spezzato: cosa sarebbe successo quando la crepa fosse arrivata al centro del disegno?


“Ragazzi” - disse Sookie – “Io avrei un’idea. Toglietevi i vestiti.”

Shibeen alzò il mento, furibonda. “Ti sembra il momento di pensare alle sconcezze, ragazzina?”

“Eehh. Non siete proprio abituati a fare le pulizie, vero?” ribatté Sookie, scuotendo la testa. “Stracci! E’ così che si asciuga il pavimento! Usiamo i nostri vestiti come stracci per assorbire tutto il sangue, e poi li strizzeremo lontano dal corpo! Eric? Va’ a cercare un contenitore da usare come secchio. Raistan? Tara? Toglietevi i vestiti, che aspettate? Forza!” esclamò, poi si sfilò il maglione, lo appallottolò e, inginocchiatasi, iniziò a strofinare energicamente. Il tessuto assorbì immediatamente una modesta quantità di sangue.

Eric, che nel frattempo si era dileguato senza controbattere l’ordine di Sookie, tornò con un bidone di metallo arrugginito. Lo posò e, senza dire una parola, si tolse i pantaloni e la camicia ridotta a brandelli – ormai non gli erano rimasti che quelli, dato che Billith aveva strappato il resto – e si unì agli altri, che stavano già strofinando e strizzando a velocità vampirica.

 


Pochi minuti dopo, il sangue di Billith era finito quasi tutto all’interno del bidone. Sul pavimento non erano rimasti che i tronconi del corpo della creatura – che sembravano avvizzire di istante in istante – e una sottile patina di sangue ormai quasi secco.

Sookie e i quattro vampiri rimasero per qualche momento ad osservare il lavoro compiuto, seminudi e coperti di sangue dalla testa ai piedi; ironicamente non dissimili da come Billith era apparso per la prima volta, quella terribile notte all’interno del quartier generale dell’Authority. Sookie aveva il respiro corto, gli altri erano immobili e silenziosi come statue. Fu Eric a rompere gli indugi, avvicinandosi a lei e insinuando il volto tra i suoi capelli fradici.

“Vado a controllare se Pam e Jessica stanno bene. Nel frattempo, non ripulirti. Mi piace quello che vedo. Mi fa venire in mente… molte cose.”

“Eric, sei… disgustoso!” ribatté Sookie in tono indignato. Ma non riuscì a trattenere un sorriso, il che non sfuggì a Eric. Il vichingo si dileguò seguito a ruota da Tara, ansiosa di riabbracciare la sua creatrice.

 

Raggiunsero in pochi minuti la sala in cui avevano lasciato le due vampire. I due bozzoli che le avevano imprigionate avevano già iniziato a sfaldarsi, tanto che il corpo di Jessica era già quasi libero. La giovane vampira aveva un colorito quasi violaceo, ma era viva.

“Penso io a Pam. Tu occupati di Jessica” ordinò Eric a Tara, e si lanciò su Pam; strappando filamento dopo filamento, riuscì infine a liberarle il volto. Pam sollevò a fatica le palpebre e incontrò lo sguardo del suo creatore. Sorrise.

“Wow. Ricordami di non guardare mai più Cocoon. Non è vero che questa roba fa bene alla pelle”, mormorò debolmente, con voce rauca. Eric sorrise e le depose un bacio sulla fronte.

 


 

*

 

“Bene” borbottò Shibeen. “Ho appena rovinato due dei pezzi più costosi del mio guardaroba ma… va bene. E adesso, cosa ne facciamo di quel secchio?”

‘Dobbiamo nasconderlo’ le trasmise Raistan.

‘E dove?’

‘Dove nessuno potrà mai trovarlo. Questo incubo è iniziato perché una manciata di psicopatici hanno deciso di creare un culto intorno a una fiala piena di quello schifo… Non dovrà ripetersi. Mai, mai più.’

“Il sangue è vita…” mormorò Shibeen, assorta, citando a memoria. “Hai ragione, Raistan.”

 

 

 

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Commenti: 4
  • #1

    Aria (lunedì, 15 aprile 2013 13:42)

    Certo che Raistan ha scelto proprio il momento migliore per dare di matto, eh? Meno male che si è ripreso!
    Shibeen è una grande e ritrovare qualcosa di Vincent mi ha fatto molto piacere.
    Poi anch'io non ho potuto fare a meno di condividere la sua ilarità davanti a Raistan con la bocca cucita, letteralmente (ma solo perché sapevo che l'avrebbe rimesso a nuovo, dopo). ;)
    Anche Sookie è stata fantastica! Ma devo dire che voi sapete sempre raccontarla nel modo migliore.
    La trappola e la fine del "ragno" sono davvero da brividi.
    Altri brividi, ma di tutt'altro genere, me li ha dati il pensiero dei nostri due eroi che, causa "pulizie", si ritrovano come mamma li ha fatti.
    Non che la situazione li abbia minimamente turbati.
    Ehhhh, c'è chi può!

    Comunque, come ho scritto anche nell'epilogo, non mi pare vero che questa storia sia finita.
    Sento che mi manca già...sniff.
    E voi siete state meravigliose: se la prossima stagione di TB è scritta bene almeno la metà di questa sarò felicissima.
    Intanto, mi sa che la rileggo. :)
    Grazie ancora!

  • #2

    LuciaG (lunedì, 15 aprile 2013 14:16)

    @Aria:Io ringrazio te per la costanza e la passione con cui ci hai seguito per tutta questa lunga storia. Questo capitolo e l'epilogo sono stati scritti in modo davvero corale, nel senso che ogni sezione, più o meno, vede un cambio di mano. Io mi sentivo un po' èiù bloccata del solito, forse perchè anch'io, inconsciamente, rallentavo per non farlo finire.
    Comunque presto riprenderanno gli aggiornamenti sulla sezione Blog, e spero che leggerai volentieri anche quelli. Credo che Raistan si sentirà un po' spaesato, all'inizio, soprattutto perchè sospetto che Emma non gli farà passare del tutto liscia la faccenda, con le scappatelle iniziali. Eppure, dovrebbe venire a sapere di come lui l'abbia pensata, quando le cose si mettevano male...

    Approfitto anche di questa prima risposta per ringraziare Claudia con la quale è sempre un piacere collaborare e "giocare". Ci siamo già ripromesse di bissare, anzi, trissare, in futuro. Vedremo quale ispirazione ci verrà dalla nuova stagione di TB.
    E... sì, siamo state brave ehehehheheh.

  • #3

    Iris (lunedì, 15 aprile 2013 14:36)

    Arrivo! A costo di saltare il pranzo, devo commentare questo ultimo, sfavillante capitolo, epilogo a parte.

    Prima le cose che mi hanno fatto stare più sulle spine: Raist che sbarella e si mette a picchiare Eric, e il diabolico tentativo di Billith di metterli l'uno contro l'altro spedendo a ciascuno immagini ad hoc. Se solo uno di loro avesse ceduto, si sarebbero massacrati a vicenda in un attimo, decretando la vittoria di quella schifosa.
    E poi... la goccia. LA GOCCIA! Ho trattenuto il fiato anch'io, e mi figuravo la scena come la si potrebbe vedere al cinema, o in tv, con la maledetta che cade al ralenty e sparge minuscoli raggi tutto attorno.. oddio, che agitazione!

    Una cosa ha di bello, la vostra scrittura, qualcosa che ho notato anche nel libro di Lucia e che mi ha subito preso: è molto... visiva, non so come spiegare, è come mettersi lì e guardare un film che ti scorre in testa, e le parole che riuscite a usare sono sempre perfette, veicolano queste immagini in modo efficacissimo. Che invidia, anch'io vorrei esserne capace, ma mi sa che mi devo accontentare di leggere.

    Premetto che non ho ancora letto l'epilogo, voglio gustarmelo dopo aver detto quello che devo dire di questo.

    Certo che Shibeen, ridere così del povero Raistan... mamma insensibile! Adesso vado a vedere come se la sbrigano con la sua bocca, e sono curiosa di sentire quale sarà la prima cosa che dirà.
    I ringraziamenti e altri complimenti li metterò nell'altra sezione.

  • #4

    Claudia (lunedì, 15 aprile 2013 15:49)

    Confermo: abbiamo deciso di scrivere la conclusione di questa storia "davvero" a quattro mani. Se in precedenza (salvo qualche eccezione) ci mantenevamo sullo schema "un capitolo ciascuno" qui ci siamo alternate ogni pagina o giù di lì, a volte intervenendo sullo scritto dell'altra o scambiandoci indicazioni e suggerimenti.

    Io mi sono divertita moltissimo e credo che questo genere di esperimenti sia particolarmente istruttivo e produttivo perché essere "costrette" a proseguire il plot iniziato dall'altra aiuta a svincolarsi dai propri schemi mentali e a imparare come uscire con classe dai vicoli (apparentemente ciechi) in cui l'altra, un po' sadicamente, ci intrappola (lo dico perché so di aver messo spesso in difficoltà Lucia, che se l'è cavata sempre egregiamente)
    Ne risulta una storia "viva" e imprevedibile, per noi in primis.

    @ Iris: hai ragione quando dici che la nostra scrittura è visiva. Io spesso adotto un stile cinematografico più che letterario, so che questo dipende dalla mia passione per i film e i telefilm ma le scene "le vedo" nella mia testa (anche in termini di ritmo e persino di inquadrature, di montaggio, di musica!) e poi le trasferisco sulla carta. Adoro pensare che i lettori possano immedesimarsi a tal punto da "vedere" le scene così come io le ho immaginate, proprio come se le vedessero in tv.