Lucia Guglielminetti's books on Goodreads
Sette giorni per i lupi Sette giorni per i lupi (RVH, #2)
reviews: 1
ratings: 1 (avg rating 5.00)

Ascesa alle Tenebre Ascesa alle Tenebre (RVH, #1)
reviews: 2
ratings: 2 (avg rating 4.50)

 

 

 

EPILOGO

 

 


 

“Sì, lo so che gli farà male, ragazzina, hai qualche idea migliore? Speravo che con la morte di quella bastarda l'incantesimo che gli teneva le labbra sigillate si spezzasse, ma non è solo magia, è proprio una cosa fisica, la pelle si è come fusa, bisogna tagliare!” rispose Shibeen, esasperata dalle proteste di Jessica, che da quando aveva ripreso i sensi non aveva fatto che ronzare attorno a tutti loro, cercando di farsi abbracciare per ottenere conforto. Tutti, senza eccezione, l'avevano respinta come un insetto fastidioso, tranne Raistan che si era lasciato stringere per qualche istante, prima di comunicarle con un ringhio esplicito che l'ora annuale delle coccole si era appena conclusa con 59 minuti e trenta secondi di anticipo.


Attorno all'olandese, nudo tranne che per gli stivali – gli svantaggi di non indossare biancheria intima - seduto malinconico su uno sgabello spuntato da chissà dove, si era creato un capannello e ognuno si sentiva in diritto di dire la propria opinione. L'unica che non parlava era Tara, ma cercava di comunicare a gesti che sì, era d'accordo sul taglio, e che, sì, si sarebbe volentieri accollata l'onere. Se poi il coltello fosse scivolato anche un po' più in giù, infliggendo qualche danno collaterale, beh, sono cose che capitano...

'Basta! Facciamola finita, voglio uscire da questo cazzo di posto, prendi quel dannato bisturi e fai quello che devi fare, Shee!' pensò Raistan, tastandosi per l'ennesima volta il nulla che aveva al posto delle labbra. L'odore di Sookie lo stava facendo impazzire, l'interno della bocca era completamente asciutto; avrebbe fatto qualsiasi cosa, pur di poter bere di nuovo.

“Tra l'altro, spiegami. Perché a te succedono sempre le cose più strane? Avrai aperto questa boccaccia una volta di troppo, e quello ha pensato bene di chiudertela per sempre, giusto? Persino con i demoni non riesci a trattenerti dal fare il Raistan? Che cosa gli avrai detto, per farlo incazzare tanto?”

‘Gli ho detto...’

“Zitto, non voglio saperlo! Allora... sei sicuro? Eric conosce una specie di dottoressa a Shreveport, magari...”

'A Shreveport? Io non resisto altri cinque minuti, altro che Louisiana, muoviti, taglia, ho passato di peggio! In Louisiana, mi vuole portare, massì, perché non facciamo anche un coast to coast, già che ci siamo?'

Che poi... siamo sicuri di volerti ridare la favella? Alzi la mano chi desidera che Raistan parli di nuovo!”

Tutti si presero ben guardia dal farlo, tranne Jessica, che poi gli accarezzò una spalla in segno di solidarietà.


‘Molto divertente, davvero. La prima cosa che farò quando potrò sarà sbellicarmi dalle risate.’

“Non è per mettervi fretta, ma... possiamo stringere?” disse Eric, che fino a quel momento se n'era stato a braccia conserte con la schiena appoggiata al muro, e non dimostrava una grande partecipazione emotiva per le sorti di Raistan. Sookie si fece avanti timida, con un contenitore di vetro pieno a metà di liquido trasparente.

“Ehm... dall'odore mi sembra etere... forse può servire per...”

‘Non voglio niente. Fallo, Shee, per favore.’

Maker e Child si scambiarono uno sguardo eloquente, poi Shibeen annuì con un secco cenno della testa e prese un lungo respiro perfettamente inutile.

“Apri la bocca più che puoi, dietro le labbra. Fammi sentire dov'è il varco fra i denti, se riesci. E cerca di stare fermo.”


Raist annuì, poi fece come la sua creatrice gli aveva chiesto, chiudendo gli occhi per prepararsi ad affrontare nuovo dolore. Sentì la lama scorrere sulla pelle, bruciante come fuoco, e si aggrappò ai fianchi della vampira irlandese per riuscire a resistere. Quando iniziava a pensare che non ce l'avrebbe più fatta, percepì invece metallo contro la lingua e abbassò di scatto la mandibola, che si spalancò. Tutto attorno si levarono manifestazioni di giubilo molto poco vampire.

“Sì! È fatta, Raistan! Adesso un bel po' di sangue della tua creatrice rimetterà tutto a posto. Dì qualcosa!” cinguettò Jessica, battendo le mani entusiasta.

Raistan smise di tastarsi la bocca e di aprirla e chiuderla come un coccodrillo impazzito, e li squadrò tutti quanti, poi ringhiò qualcosa che avrebbe voluto dire fin dall'inizio: “Fanculo, americani del cazzo!”

 

“Ricucitegliela e andiamocene” commentò Eric, avviandosi fuori dalla stanza per trovare l'uscita. Anche lui era completamente nudo, ma la cosa non sembrava impensierirlo in modo particolare. Tara invece era molto preoccupata per la propria lingua.

“Una chiacchierona anche tu, eh?” le disse Shibeen, percependo il suo stato d'animo. “Non ti preoccupare, ci vorrà un po' ma ricrescerà.”

“Non c'è fretta” commentò Pam, poi le mise un braccio attorno alla vita e seguì il vichingo.

“Aspettate. Devo fare una cosa. Ho promesso...” disse Raistan, al quale sembrava di avere una camera d'aria al posto della lingua. Shee gli porse il polso senza nemmeno pensarci e lui bevve con sollievo, sentendo i tessuti attorno alla bocca guarire, e una meravigliosa energia farsi strada in lui.

“Promesso? Promesso cosa? A chi?”

“È un po'... complicato... voi uscite, se volete. Arriverò presto.”

“Resto con te, se vuoi” gli disse Shibeen, accarezzandogli i capelli e guardandolo come lo aveva sempre guardato: con infinito amore e pazienza.

“No, grazie. È una cosa... mia.”

Si alzò in piedi e le sfiorò le labbra con le sue. Era bello poterlo fare di nuovo. Poi uscì anche lui dalla stanza.

 


 

“Shelley? Sono io, puoi sentirmi? Ehi, femmina fantasma, non ho tutto il giorno!” urlò Raistan sentendosi subito piuttosto idiota. Era rauco, ma gli sembrava meraviglioso risentire il suono della propria voce, e poterla usare. Era tornato nel laboratorio dove l'aveva incontrata, ma non percepiva nessuna presenza attorno a sé, solo penombra e odore di umido e di sporcizia. Poi, quando stava per avviarsi verso la porta, una ventata gelida lo avvolse, bloccandolo sui suoi passi e facendogli trattenere il fiato. Ed eccolo lì, lo spettro, come un fluttuare di fumo nero in cui si potevano distinguere in modo vago delle mani e un volto.

Raistan si sentì sospingere con costanza e decisione verso il tavolo operatorio e ci finì contro con la parte bassa della schiena, imprecando. La medesima forza lo costrinse a coricarvisi sopra, e gli serrò i bracciali attorno a polsi e caviglie, immobilizzandolo.

“Ehi, no! Che cazzo stai facendo, così non mi piace, lasciami andare!” ruggì, strattonandoli con violenza, lo sguardo terrorizzato che guizzava in ogni direzione, almeno fino a quando il gelo gli si posò addosso come un sudario, facendolo trasalire e lanciare un urlo strozzato.


Poi accadde qualcosa. Una seconda presenza irruppe nella stanza, avvolgendo la prima e strappandogliela via di dosso. Una specie di tempesta elettrica si scatenò sopra di lui, che non poteva far altro che osservare la scena ad occhi sgranati, trattenendo il fiato. Durò solo qualche istante, poi tornò la calma, e i bracciali che lo bloccavano si aprirono, permettendogli di alzarsi a sedere con uno scatto fulmineo e di precipitarsi verso la porta, deciso a frapporre almeno un milione di miglia fra sé e quel manicomio, nel senso più lato del termine.

Aspetta! Sono io, Shelley. Quello di prima era... qualcun altro. Ti prego, rimani.

Raistan si bloccò e si voltò, trovandosi davanti il volto familiare dello spettro che aveva già incontrato.

Sei tornato davvero, hai mantenuto la promessa. Perchè?

“Perché... è così che mi hanno insegnato. Cazzo, femmina, mi è preso un accidente, ne ho già passate abbastanza, voglio andare via. Non posso fare niente per te, lo capisci? Che diavolo vuoi, da me?”

La mano evanescente della ragazza si allungò verso le sue labbra e gliele sfiorò, facendolo di nuovo trasalire.

Voglio solo... questo.

Un bacio gelido gli si posò sulla bocca, e mani altrettanto fredde gli sfiorarono i capelli e il torace.

Grazie. Per il bacio, e per non esserti dimenticato di me. Non farlo mai, se puoi.

Non succederà. Non sono stato baciato da molti fantasmi, Casper. Adesso, per favore, puoi guidarmi fino all'uscita? I miei compagni mi stanno aspettando.”

Certo. Vai pure avanti.

Raistan le obbedì e dopo pochi passi fu raggiunto dall'ennesima pacca sul sedere. Una risatina si levò nell'aria. Si tornava a casa. E una palpatina qua e là da un'ectoplasma, tutto sommato, valeva il prezzo del biglietto.

 

*

 

 


Sookie sbirciò con cautela fuori dal portone d’ingresso del Briarcliff. La campagna tutt’intorno era rivestita da uno spesso manto di neve candida; la tormenta si era placata e regnava una pace quasi surreale. Era semplicemente meraviglioso. Ma il freddo era tagliente, soprattutto considerando che addosso non le era rimasta che la biancheria intima e gli scarponcini; si strinse più che poteva nelle spalle, ma iniziò inevitabilmente ad essere scossa da lunghi brividi. Eric notò con preoccupazione che le sue labbra avevano assunto una tonalità bluastra; ebbe l’istinto di abbracciarla, chissà a che pro poi, dato che il suo, di corpo, non doveva avere una temperatura di molto superiore a quella del ghiaccio. Lanciò allora le chiavi del SUV – rimasto parcheggiato a poche decine di metri dall’ingresso – a Pam.

“Metti in moto la macchina e assicurati che il riscaldamento sia al massimo. Noi non soffriamo il freddo, ma Sookie sì… vorrei riportarla a Dallas viva e in buona salute, possibilmente.”

 

Circa un’ora dopo erano già in viaggio attraverso la bianca distesa di neve del Connecticut. Shibeen aveva recuperato un paio di vecchie tuniche, probabilmente appartenute ai pazienti del Briarcliff, e un cappotto logoro. Non erano il massimo, ma sarebbero stati utili almeno fino a quando non avessero raggiunto un centro abitato dove recuperare degli abiti presentabili. L’ideale sarebbe stato farsi una doccia, dato che il sangue ormai secco di Billith cominciava ad essere una presenza davvero sgradevole sulla pelle; ma quello avrebbe dovuto aspettare. Sookie, avvolta nel vecchio cappotto, osservava il paesaggio con la fronte appoggiata contro il finestrino, su cui si posavano continuamente minuscoli fiocchi inoffensivi, residuo della bufera di prima, e si scioglievano all’istante. Non aveva mai visto la neve dal vivo e ne era come ipnotizzata; non riusciva a capire come mai quella coltre candida come panna montata esercitasse un tale fascino su di lei… Forse aveva qualcosa a che fare con Eric, che era una creatura dei ghiacci. L’intenso e avvolgente tepore della macchina le conciliava il sonno, facendola scivolare in un confortevole, quasi casalingo torpore. Le voci dei tre vampiri sistemati sui sedili anteriori le arrivavano ovattate.


“Dobbiamo stabilire come sbarazzarci del sangue” stava dicendo Shibeen. “Lo seppelliamo?”

“L’esperienza mi ha insegnato che, per quanto profonda sia la fossa, nulla rimane sepolto per sempre” sospirò Eric.

“Potremmo gettarlo nelle fogne o nel mare. Sfido chiunque a ritrovare i globuli rossi di Lilith in mezzo all’oceano” intervenne Raistan.

“Oppure lo serviamo ai parassiti” – si intromise Pam, dal sedile posteriore.

“Pardon?”

“Le scritture dicono che il sangue di Lilith influenza la psiche dei vampiri, mica degli umani.” Pam scrollò le spalle. “Forse la cosa migliore è smaltirlo a piccole dosi nei cocktail del Fangtasia. O farne tortini e muffin. Cibo per umani… Ben le starebbe, a quella puttana infernale.”

“Ehi, porta rispetto alla mamma di tutti noi!” esclamò Raistan. I vampiri scoppiarono in una risata fragorosa e liberatoria, tutti tranne Tara – incavolata nera per il moncone che aveva al posto della lingua – e Jessica, assorta a messaggiare chissà con chi e a lanciare occhiate furtive in direzione di Raistan.

 


Sookie tornò ad appoggiare la fronte sul finestrino e a contemplare lo spettacolo del paesaggio innevato. Era davvero finita. Lilith era morta. E così Bill.

Era difficile da credere che il vampiro che aveva tanto amato non esistesse più da nessuna parte della terra… Che quel capitolo della sua vita, che un tempo aveva creduto potesse durare per sempre, fosse definitivamente concluso. Una lacrima le sfuggì e le percorse la guancia, solitaria e inosservata. Si concentrò sul bianco della neve. Niente più oscurità, niente più sangue. Non c’era più niente di cui avere paura.

 

 

 

 

*

 

Babyvamp Jessica

(il blog di Jessica Hamby)

 

 


1 Febbraio

LocationWilmington, New Jersey (nei pressi di)

 

 

 

Scrivo mentre siamo in viaggio verso il Texas, finalmente sono riuscita a trovare campo. E’ ufficiale, cari fangbangers. L’incubo è finito, la strega è morta e io sono una vampira orfana. Il mio Maker si è estinto con Lilith. E’ difficile dire cosa provo al riguardo… So che non c’erano altre soluzioni, ma mi sento incredibilmente sola e spaventata. Mi manca Bill, la sensazione che ci fosse qualcuno che si prendeva cura di me, qualcuno con cui condividere un vero legame, non le solite cazzate transitorie di quando ci si prende una cotta per qualcuno, capite? e che finiscono nel giro di due settimane. E’ come se mi avessero tolto un braccio o una gamba… mi sento mutilata.

Nello stesso tempo, però, mi tornano in mente cose di Bill che in realtà non mi piacevano granché. Il fatto che mi lasciasse sempre sola per stare con Sookie, o che non mi abbia mai insegnato davvero come nutrirmi, o che non abbia mai cercato di convincermi che quello che sono non è sbagliato, quando mi sentivo un mostro… o quella volta che mi aveva quasi ammazzata per avermi beccata in compagnia di Hoyt. Non so, forse sono cresciuta, forse ora che il sirebond si è dissolto stanno emergendo i miei veri sentimenti, ma mi sembra che solo adesso inizio a vedere con chiarezza alcune cose. Pam dice che se fossi rimasta ancora un altro po’ con Bill, avrei finito per diventare una “self loathing whining bitch” (testuali parole). Non so se era un tentativo di consolarmi?! Comunque Eric mi ha promesso che posso restare con loro al Fangtasia, e anche Sookie mi ha aperto le porte di casa sua. Mah, speriamo bene.

 


 

“Ehi, Lentiggini… sembri piuttosto impegnata a scrivere su quell’affare.” La voce di Raistan fece sobbalzare Jessica, che alzò lo sguardo e lo vide sporgersi oltre lo schienale del sedile anteriore con un sorrisino malizioso stampato sulla faccia.

“Stai raccontando ai tuoi amichetti virtuali la tua bravata in alta quota?” aggiunse ammiccando, senza cattiveria.

“Ehm… quale bravata? Non… non capisco.”

“Devo rinfrescarti la memoria? Uhm, vediamo… il volo Amsterdam–Dallas ti dice qualcosa? No? Che ne dici delle tue manine infilate strategicamente nei miei pantaloni mentre dormivo? Devo continuare?”

Tutte le teste dei passeggeri del SUV si voltarono contemporaneamente verso Jessica, compresa quella di Sookie e quella di Eric che era alla guida. Jess si sentì sprofondare.

“Io… oh mio dio… Raistan, scusa, io non intendevo…” balbettò coprendosi la faccia con entrambe le mani mentre lo smartphone, abbandonato, scivolava sul sedile.

“Piantala di scusarti. Piuttosto, la prossima volta assicurati di molestarmi mentre sono sveglio. Sarà più divertente” ribatté Raistan. “Per entrambi.”

E concluse con una strizzata d’occhio.

 

 


 

OMFGasdfghjklmnnbcsasgghfhdgsg!!!!!!!!!!

 

Non potete capire cosa mi ha detto Raistan!!!!!

 

Se non fossi già morta, morirei di vergogna.

 

 

 

 


- THE END -

 

 

Scrivi commento

Commenti: 5
  • #1

    Aria (lunedì, 15 aprile 2013 13:29)

    Awwwwwwwwww...
    Sapevo che Raistan avrebbe mantenuto la sua promessa con Shelley (che è stata estremamente morigerata e sobria).
    Sospettavo pure che avesse sempre saputo della bravata di Jessica, ma ha scelto proprio il momento migliore per dichiararlo.
    Quanto a lei, ora è un'orfana, però, per citare
    uno dei miei libri preferiti, con una compagnia così superiore a quella frequentata fino ad ora potrà solo migliorare. ;)
    Ma che fine farà il sangue infestante, allora?

    Comunque non posso pensare che sia finita! Speravo che continuasse ancora e ancora...
    Brave, bravissime!

  • #2

    LuciaG (lunedì, 15 aprile 2013 14:19)

    Povero Raistan, tutti che lo prendono in giro, meno male che adesso li può mandare a stendere, come ha prontamente fatto. L'idea della votazione per fargli riacquistare la facoltà di parlare è qualcosa che avevo in mente quasi dall'inizio, mi faceva troppo ridere.

    Grazie ancora, bacio.

  • #3

    Claudia (lunedì, 15 aprile 2013 15:50)

    A me ha fatto scompisciare Raistan che, come prima battuta post-restauro bocca, esclama "Fanculo, americani del cazzo!"

    Eh, in effetti come reazione è abbastanza comprensibile....

  • #4

    Iris (mercoledì, 17 aprile 2013 12:35)

    Accidenti e accidenti, ma guarda se devo impiegare due giorni per finire di commentare!

    Allora, questo epilogo mi ha fatto scompisciare, anche se ho avuto un brivido all'idea di un coltello che mi scorre sulla pelle per riaprire una bocca che non c'è più. Per fortuna Shibeen è stata rapida e Raistan è un osso duro, e tutto è andato bene.
    Mi ha fatto ridere la votazione, me lo vedevo Raistan lì seduto a braccia conserte con una faccia da grumpy cat - lo conoscete? E' un gatto dall'aria sempre imbronciata che gira su FB - la sue prime parole e anche il "ricucitegliela e andiamo" di Eric. ahahahhahahahaah poverinooooooooo non lo vuole ascoltare nessuno!

    E poi.. a differenza di Aria, non mi aspettavo che Raistan fosse stato cosciente sull'aereo, quindi ho riso da matti anche per questo! Che tipaccio! ;)

    Inquietante invece l'incontro con lo spettro cattivo, chissà chi era, magari il dottor Arden? Meno male che Shelley è arrivata e lo ha liberato. Certo se fossi stata in lei avrei approfittato un po' di più della situazione. Hai un vampiro bellissimo, per di più nudo, tutto per te e relativamente disponibile e gli dai un bacino?? Quando ti ricapita?! Scherzi a parte, è stato un momento molto tenero e non avevo dubbi che Raistan avrebbe mantenuto la parola, lui è onesto, sempre.

    E adesso? Uffa, non voglio che sia finita, era bellissimo avere questo appuntamento, soprattutto di lunedì che non è mai una gran giornata, sapevo che prima o poi la storia sarebbe arrivata... sigh sigh...

    Lucia, fatti presto aggiornare da Raistan su quello che combina ad Amsterdam, almeno la sua storia deve continuare. E mi raccomando, voglio presto un'altra storia con Claudia. Adesso vedremo cosa saranno riusciti a mettere insieme gli autori di TB, ma sono sicura che niente sarà paragonabile a questo!

    Complimenti e ancora grazie per averci tenuto compagnia per tutte queste settimane!

    Iris

  • #5

    Mabel (venerdì, 19 aprile 2013 09:15)

    Si dice meglio tardi che mai... anf anf anf arrivo anche io per il commento. Commento qui sia l'ultimo capitolo che l'epilogo. Mi ha stupito parecchio che "l'incantesimo" sulla bocca di Raistan non sia svanito con Billith, povero vampiri si è dovuto beccare anche un'operazione chirurgica senza anestesia. L'importante è che abbia di nuovo la sua bocca però...
    Mi ha stupito anhce la "morte in due tempi" di Billith. Credevo davvero fosse finita con lo squartamento... ma d'altra parte di una dea trattavasi e quindi non poteva essere facile.
    Shelley è stata davvero carina e non avevo dubbi che Raistan mantenesse la promessa.Temo che per quanto possano essersi applicati gli autori di True Blood non riusciranno a ricreare una storia altrettanto creepy. E adesso non ci resta che aspettare il prossimo lavoro a quattro mani!